Sarà presentata ufficialmente martedì 18 giugno la nuova spac di diritto italiano promossa da Giovanni Cavallini (già presidente e amministratore delegato di Interpump) e Attilio Arietti (fondatore e presidente Arietti&Partners – M&A International), amici sin dai tempi dell’Università negli Usa. E in cantiere ci sono altri due progetti, con promotori blasonati.
La spac, o special purpose acquisition company, è una società di investimento strutturata nella forma che gli anglosassoni chiamano blank check o assegno in bianco, che raccoglie capitale con un’ipo in borsa e ha poi tempo due anni per individuare una società target non quotata da acquisire con il via libera degli investitori della stessa spac. A quel punto scatta la cosiddetta business combination, cioè la fusione inversa della società target nella spac, con la target che si trova così automaticamente quotata in borsa.
La spac di Cavallini e Arietti, battezzata Industrial Stars of Italy, punta a raccogliere 60-75 milioni di euro, di cui 1,5 milioni saranno investiti dai promoter (azioni B senza diritto di voto). I libri ordini dovrebbero aprirsi entro fine mese e restare aperti sino al 15 luglio, con la spac che è quindi destinata a essere quotata prima della pausa estiva. Industrial Stars of Italy investirà in aumento di capitale in una società italiana con un equity value di 150-200 milioni, tendenzialmente in uno dei settori nei quali i due promoter hanno più esperienza – quello meccanico, elettromeccanico e delle macchine industriali – ma non sono esclusi altri settori, con l’eccezione di immobiliare, energie rinnovabili, biotech e servizi finanziari.
Global coordinator e bookrunner per l’iniziale quotazione sul mercato Aim Italia saranno Ubi Banca e Unipol (Banknord è il terzo bookrunner), con Unipol che è anche l’advisor finanziario dell’operazione e Ubi che sarà il Nomad. Ubi, peraltro, può vantare l’esperienza nel settore in occasione della quotazione della prima spac di diritto italiano, Made in Italy1, nella quale la banca aveva anche investito 5 milioni.
Non solo. La struttura della nuova spac è stata studiata da Alessandro Falconi, consulente specializzato nel settore, che a suo tempo aveva fatto da advisor anche a Made in Italy 1 e che nel caso di Industrial Stars of Italy ha previsto un meccanismo di lock up delle azioni da girare ai promotori della spac, tale da legarli per un periodo più lungo del solito alla vita dell’azienda target stessa, perché l’idea di Cavallini e Arietti è proprio quella di essere operativi in azienda.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il premarketing per la nuova spac sta andando piuttosto bene, tanto che i promoter confidano di raggiungere facilmente il target massimo prefissato. D’altra parte, questa volta la strada era già stata spianata da due precedenti operazioni e gli investitori hanno ben chiaro di che strumento si tratta. Più nel dettaglio, Made in Italy 1, promossa da Matteo Carlotti, Luca Giacometti e Simone Strocchi, è stata quotata nel giugno 2011, dopo avere raccolto 50 milioni, e ha poi acquisito Sesa spa, leader italiano nella distribuzione di software e hardware alle piccole e medie imprese, che ha debuttato in borsa lo scorso febbraio. Prima ancora Italy 1 Investment sa, la spac di diritto lussemburghese fondata da Vito Gamberale (amministratore delegato di F2i sgr), Carlo Mammola, Gianni Revoltella, Roland Berger, Florian Lahmsteine Gero Wendenburg,è stata quotata a Piazza Affari nel gennaio 2011 dopo avere raccolto 150 milioni e ha poi acquisito Ivs Group, leader italiano delle vending machine, che è sbarcato sul listino nella primavera 2012. Intanto stanno scaldando i motori altre due spac.
La prima, space spa, promossa da space holding spa, fa capo a Roberto Italia (managing partner di Civen in Italia), Gianni Mion (ex Benetton), Sergio Erede (studio legale Bonelli Erede Pappalardo), Carlo Pagliani (managing director di Morgan Stanley Italia) e Eugenio Subert (managing director di Rothschild Italia). Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza,i promoter, che puntano a raccogliere 150 milioni, stanno iniziando a testare gli investitori e la spac è destinata a sbarcare sul mercato in autunno. E il nome space lascia presagire una predilezione a investimenti nel settore aerospaziale, vista l’esperienza di Italia con Avio.
L’altra spac allo studio è quella promossa da Salvatore Mancuso (fondatore di Equinox) e da Rosario Bifulco (presidente di Sorin ed ex ad di Lottomatica). Anche in questo caso l’obiettivo di raccolta è di 150 milioni, di cui una piccola parte è già assicurata. Mancuso vuole investire nel capitale della spac una quota della disponibilità residua di Equinox Two, il veicolo di investimento lussemburghese che nel 2008 ha raccolto 300 milioni e che tra un anno terminerà il periodo di investimento. Equinox Two ha ancora poco più di 80 milioni da investire e una parte di questi sarà comunque utilizzata per nuovi investimenti diretti.
È finito invece con un nulla di fatto il progetto di spac partorito oltre un anno fa dal Gruppo Finaval, la compagnia armatoriale e logistica di Giovanni Fagioli, che puntava a raccogliere 100 milioni da investire in singole navi o flotte, sollevando così Finaval dall’onere di rinnovare la propria flotta a sue spese e magari girando alla stessa spac le navi ancora in portafoglio, con il risultato di quotare gli asset di Finaval, come soluzione alternativa a quella dell’ipo del gruppo, che era stata studiata nel 2007, ma che poi era stata messa nel cassetto allo scoppio della crisi dei mutui subprime. Nel giro dell’ultimo anno, infatti, la situazione finanziaria di Finaval è peggiorata e il progetto della spac è andato in soffitta.
Cavallini – Arietti