Space Capital punta (con le grandi famiglie) sui generatori Bruno (Corriere della Sera)


Capitali a raccolta per sostenere le imprese innovative. Dai Branca ai Fumagalli fino a Diego Della Valle, ai fratelli Luca e Lucio Rovati, figli di Luigi, fondatore della Rottapharm, a Carlo Michieli e a professionisti come Sergio Erede, avvocato di molte famiglie. Arriveranno al 40% del capitale della Bruno Generators, oltre 120 milioni di ricavi (70% all’estero) e 30 di margine attesi nel 2022, quattro stabilimenti in Italia, sede a Tribiano (Milano), presenza diretta in Germania, UK, e Usa che spingono l’azienda fondata dalla famiglia Bruno ai vertici del mercato dei generatori elettrici. Da quelli portatili per gli studi inglesi dove hanno girato Harry Potter fino alle power station per le isole Falkland. Da 20 anni è fornitore Onu per l’assistenza umanitaria, oggi è nei campi di accoglienza dei profughi ucraini in Polonia.
Ora si apre un nuovo fronte con l’impegno nella costruzione del primo gruppo elettrogeno alimentato a idrogeno con motore endotermico, insieme al Politecnico di Torino e alla belga Punch. Il ceo Renato Bruno e il fratello Giuseppe, seconda generazione al timone dell’azienda (Advisor Mediobanca), rimarranno soci di maggioranza.
Le dinastie, con i fondi First capital e Arca sgr, sono state portate in Bruno Generators da Space Capital Club, la piattaforma d’investimento lanciata da Edoardo Subert e Carlo Pagliani, ex banker (Rothschild e Morgan Stanley), Alfredo Ambrosio e Laura Selvi.
“Puntiamo a sostenere la transizione energetica in un percorso complesso. La generazione da eolico e fotovoltaico è instabile e i generatori contribuiscono a stabilizzare la rete”, dice Renato Bruno.
L’azienda ha clienti come Terna ed Enel, proprio nei casi di emergenze elettriche. La Bruno ha puntato su macchine che contengono consumi ed emissioni, sull’insonorizzazione (alle olimpiadi di Tokyo) e sulla resistenza a condizioni estreme, come quelle delle piattaforme oil&gas realizzate da Saipem. Un quarto dei ricavi viene dalle società di rental che affittano ai clienti. “Siamo concorrenti di Caterpillar e Cummins – aggiunge Bruno – ma noi abbiamo puntato sulla nicchia dei generatori mobili di fascia altissima, dietro c’è tanta ricerca”. L’obiettivo è la quotazione in Borsa in cinque anni.